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GLI IMMIGRATI TOLGONO IL LAVORO AGLI ITALIANI?

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Oggi uno degli argomenti alla base di molte discussioni è il fenomeno della migrazione.
In Italia si parla soprattutto di immigrazione, questo fenomeno che sembra essere molto recente inizia in realtà sin dagli anni settanta ma è negli ultimi anni che ha cominciato a raggiungere dimensioni significative per poi diventare un fenomeno caratterizzante della demografia italiana.
La popolazione immigrata non va confusa con la popolazione straniera: la popolazione immigrata è composta da residenti che sono nati all’estero con cittadinanza straniera anche se hanno successivamente ottenuto la cittadinanza italiana, mentre la popolazione straniera è composta da residenti che potrebbero essere nati anche in Italia ma possiedono comunque la cittadinanza straniera.
L’atteggiamento degli italiani nei confronti degli immigrati che giungono nel nostro Paese sta diventando sempre più intollerante.
Si sta diffondendo un trend al quale molti italiani aderiscono, sostenendo che sarebbe più proficuo per l’Italia rimandare tutti gli immigrati nei loro Paesi.
La diffusione di questa ostilità verso gli immigrati è causata da una pluralità di fattori. Molti di questi italiani pensano che gli immigrati siano un pericolo per il nostro Paese, che mettano a rischio la nostra economia ma soprattutto che rubino il nostro lavoro.
Questa ultima convinzione, comune in molti italiani, è solamente un idea senza fondamento infatti agli immigrati sono riservati soprattutto i lavori non qualificati, questi tipi di lavori sono svolti per il 39% dagli immigrati e solo per il 9% dagli italiani.
In Italia i migranti in entrata hanno quasi sempre controbilanciato la flessione del numero degli italiani, e la modesta crescita, di quasi il 4% in più, della popolazione negli ultimi dieci anni che è stata resa possibile quasi esclusivamente dall’aumento del loro numero. Ma se si pensa all’attuale carenza di lavoro in Italia, la domanda sorge spontanea: “Come è possibile accogliere e far lavorare gli immigrati, se il lavoro non c’è nemmeno per noi?”.
La risposta a questa domanda è molto diversa dalle comuni aspettative, infatti l’Italia attualmente ha bisogno del maggior numero possibile di immigrati per salvaguardare la sua economia.
Si tratta di un fabbisogno indispensabile per compensare la riduzione della popolazione italiana in età lavorativa, causata dalla diminuzione delle nascite, per salvaguardare l’attuale forza di lavoro e per garantire l’attuale capacità produttiva del Paese.
Al fine di mantenere sostanzialmente inalterata la popolazione italiana dei 15-64enni ( ovvero la popolazione lavorativa), nel prossimo decennio, gli italiani si pensa diminuiranno di circa 1,8 milioni, è necessario un aumento degli immigrati di circa 1,6 milioni di persone.

Carolina Cernicchi

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