Ogni giorno, su ogni telegiornale, su ogni quotidiano, su ogni canale radiofonico si sente sempre discutere di vari argomenti ma, tra questi ce n’è uno che si ripete ogni giorno, ad ogni edizione; questo tema viene trattato ogni volta in modo diverso e viene visto e rivisto in tutte le sue sfaccettature: si tratta dell’immigrazione e dell’emigrazione.
Al centro di questo fenomeno vi è, senza dubbio, l’Italia, infatti, trovandosi affacciata sul Mediterraneo rappresenta la prima “scialuppa di salvataggio” per le persone che lasciano l’Africa per arrivare in Europa; vari sono i motivi per cui queste persone fuggono dal loro paese natale: fuggono dapprima dalle situazioni di guerra e povertà che devastano i paesi africani, altri scappano a causa di persecuzioni politiche e/o religiose, altri ancora, infine, vanno semplicemente in cerca di fortuna nei paesi europei con la speranza di trovare una miglior opportunità lavorativa e vivere quindi in condizioni più agiate.
L’Italia si trova a dover far fronte ad una situazione estremamente delicata, situazione che vede infatti l’affluenza di immigrati giorno dopo giorno, fatto che impegna oltremodo i servizi di soccorso dello Stato, soccorsi che, a volte, purtroppo, non riescono a garantire agli immigrati di arrivare nella penisola in situazioni di massima sicurezza, tutto ciò è appunto dovuto al fatto che l’Italia si è trovata ad affrontare da sola questo enorme “problema”, anche se non si tratta di un vero e proprio problema ma piuttosto di un delicato flusso migratorio che ricorda molto quello italiano verso gli Stati Uniti nel ‘900.
Il problema diventa reale dal momento che da una situazione di “semplice” immigrazione si è passati ad un flusso migratorio più corposo che l’Istituzione non riesce a gestire: mancano infatti le strutture necessarie per ospitare queste persone, i centri di accoglienza sono sovraffollati e i profughi e i migranti sono quindi costretti a vivere in situazioni di estrema povertà, tutto ciò suscita in loro un grande malcontento.
Tale sensazione si diffonde poi, indirettamente, anche tra gli italiani che vedono in queste persone una sorta di minaccia, un pericolo: molti li accusano infatti di essere venuti per “sottrarre” lavoro agli italiani anche se in realtà dai dati emerge che non è affatto così dal momento che, pur di guadagnare qualche soldo e migliorare il loro tenore di vita, sono disposti ad accettare tutti quei lavori che vengono rifiutati e snobbati dai giovani del nostro Paese. Gioventù che nel sistema produttivo italiano non trova occupazione stabile e che porta molti ad emigrare all’estero in cerca di migliori opportunità. Rientra in questo flusso anche quella che viene notoriamente definita come “fuga di cervelli”, ovvero i giovani italiani di alta qualifica che non trovano sbocchi adeguati nel campo universitario, nella ricerca e nello sviluppo produttivo.
Quindi, oltre ai flussi di persone che arrivano in Italia, la stessa Italia viene anche abbandonata da un numero di giovani sempre maggiore che cerca di mostrare il suo talento e prova ad affermarsi in altri Stati visto le difficili condizioni che presenta quello italiano.
In conclusione si può dedurre che la causa principale di questa situazione assolutamente negativa è da attribuire ad una sostanziale incapacità dello Stato italiano che non tutela in alcun modo i giovani e che non aiuta loro ad inserirsi nei programmi lavorativi, suscitando un primo malcontento; sempre di incapacità si parla quando si tratta del discorso della gestione dei migranti anche se, in questo caso, è importante sottolineare anche la mancanza di aiuto da parte dell’ Unione Europea grazie alla quale, forse, le cose potrebbero andare meglio.
In attesa di ulteriori sviluppi la “faccenda” rimane aperta…
Alessandro Castellani