Le fake news sono notizie intenzionalmente false. Sono nate perché l’uomo ha una sempre più bassa probabilità di considerare le informazioni in modo critico a causa dell’uso della tecnologia.
Molto difficile è saper distinguere ciò che è vero da ciò che è falso; ci sono alcuni fattori che aumentano le probabilità di portarci all’errore:
l’ignoranza del lettore su un determinato argomento che lo porta a credere a tutto ciò che legge;
la fretta, ovvero non avere pazienza di leggere un articolo o un documento, ma farsi bastare il titolo per diffondere la notizia;
la verosimiglianza delle notizie, cioè qualcosa in alcuni articoli che potrebbe essere vero e che porta il lettore a credere a tutto ciò che legge.
COME NON CASCARCI?
Per non cascare nelle trappole delle fake news dobbiamo usufruire di criteri di verificabilità, ovvero dei criteri che ci aiutano a capire quali delle notizie che leggiamo sono vere e quali invece sono false. Dobbiamo trovare la fonte da cui arrivano le notizie ed in base a quella capire se possiamo fidarci o meno; dobbiamo affidarci soltanto a siti che si occupano di argomenti specifici o a persone competenti in determinati ambiti, e non di chiunque si esprima su un qualsiasi argomento!
Si consiglia di risalire alle fonti per smascherare le fake news dalle notizie vere perché ci sono molte persone che per visibilità scrivono cose non vere e infondono nelle persone paure che in realtà non esistono; questo accade in quasi tutti i campi, da quello medico-scientifico a quello dello sport o del gossip.
Andrew Wakefield è un ex medico britannico che in un suo studio aveva sostenuto che i vaccini portassero nei bambini problemi di autismo e di malattie intestinali. Questo aveva provocato una diminuzione drastica delle coperture vaccinali. Gli studi che vennero fatti negli anni successivi scoprirono che gli studi di Wakefield erano stati fatti in modo irregolare e che dietro c’erano soltanto degli interessi economici. In realtà il rischio a cui ci sottoponiamo al momento del vaccino è in proporzione nettamente inferiore rispetto a quello della malattia da cui il vaccino ci protegge.