Gentile Presidente Bolsonaro,
a scriverLe è una studentessa di un istituto tecnico economico italiano. Mi chiamo Melisa e ho 17 anni, di conseguenza faccio parte non soltanto del futuro di questo Paese europeo, ma come milioni di altri giovani, anche dell’avvenire dell’intera umanità. Ritengo dunque sia mio obbligo etico-morale farLe presente la grave questione che da anni ormai è una scheggia nel fianco dell’uomo contemporaneo.
Siamo il prodotto di due rivoluzioni industriali, di due guerre mondali, di una guerra fredda e di innumerevoli rivoluzioni tecnologiche che ormai hanno delineato il nostro quotidiano e stanno architettando il nostro futuro. Ma nel percorso di queste evoluzioni l’uomo moderno ha perso di vista quello che per primo gli fu regalato, quello che forse ha di più caro, e se non di più caro, ciò che gli risulta strettamente e strutturalmente necessario per la vivenza, anzi sopravvivenza: la natura, dove tutto ha origine e dove tutto, prima o poi, fa ritorno.
Lei ormai ha una certa età, forse non si interessa dell’avvenire, pensando che lei non ci sarà. Eppure è il Presidente di uno dei più vasti Stati del mondo. È questo che La dovrebbe differenziare da coloro che pensano in modo superficiale del futuro, consolandosi dei loro sbagli ambientali e ripetendosi che loro non saranno presenti quando tutto cadrà a pezzi e sarà troppo buio, letteralmente a causa dello smog, per vedere il cielo. Il tempo è già impazzito: molti non hanno mai visto le stelle, città intere della Cina immerse nello smog, la foresta amazzonica incendiata, l’Antartide che si scioglie ogni giorno un po’ di più.
Per non parlarLe delle alluvioni, delle siccità, uragani, tempeste e altre conseguenze del cambiamento climatico che sicuramente lei conosce, ma a quanto pare, non sono una Sua priorità. Per questo motivo Lei fra altri uomini di potere si merita questa lettera. La Sua responsabilità risiede in quello che fa, ma soprattutto in quello che non sta facendo. Non c’è più una barriera corallina, il pesce che Lei mangia si nutre della plastica che non si fa problemi a buttare nell’oceano. I diritti fondamentali dell’uomo sembrano essere un ospite indesiderato nel Suo Paese, ma sembra che voglia sradicare anche i polmoni della terra dalle proprie radici. Come vuole sopravvivere?
MELISA XHANI
3c I.T.E. F. Scarpellini (Foligno)