Home Ambasciatori 2024 Andrea Ghez e l’universo.

Andrea Ghez e l’universo.

71
0

Nasce il 16 giugno del 1965 a New York da giovane sognava di diventare una ballerina ma Armstrong , Valdrin e le imprese spaziali degli anni successivi lasciarono un segno indelebile nei suoi sogni.

Sì laueo’ in fisica nel “Massachusetts Institute of technology “ nel 1987 e conseguì il dottorato di un ricerca presso il “California Institute of technology “nel 1992 . Dopo un anno di borse all’università dell’Arizona divenne Assistant professor in fisica e astronomia all’università della California di Los Angeles, vinse il premio Nobel per la fisica nel 2020 e fu la quarta donna a vincerlo nella storia per la scoperta di un buco nero  supermassivo proprio al centro della Via Lattea. Descrisse inoltre le proprietà al centro del buco nero: vi era una singolarità, ovvero  noto’ che c’era un limite oltre al quale le leggi della fisica non erano in grado di descrivere ciò che avveniva in questa regione ,  circondata dal cosiddetto “orizzonte degli eventi”.

Sagittarius  è un oggetto con una massa 4,3 milioni di volte quella del sole confinato in un volume paragonabile a  quello del sistema solare. Studiando le radiazioni emesse da una delle stelle che orbitano intorno a questo buco nero , gli scienziati hanno potuto verificare una proprietà prevista dalla teoria Einsteniana, ovvero che la radiazione emessa dalle stelle in prossimità di un buco nero subisce uno spostamento verso la lunghezza d’onda maggiore: questi brillamenti hanno costituito un ulteriore supporto all’ipotesi del buco nero super massivo.

L’universo | dimensioni spaziali

L’universo è come un palloncino che  viene gonfiato,  l’orizzonte è come la superficie del palloncino, cresce con il tempo.

La dimensione più piccola: la lunghezza di Planck 1,26 • 10^-33 , cioè la più piccola distanza al di sotto della quale il concetto di dimensione perde ogni significato fisico mentre la dimensione più grande che possiamo osservare è l’orizzonte cosmico, cioè 10^28 cm .

Diminuendo il lambda della luce, migliora la risoluzione con la quale si vede l’oggetto, ma un fotone tale da misurare un oggetto alla Scala di Planck dovrebbe avere una tale energia da materializzarsi in una particella abbastanza massiccia da diventare un buco nero , distaccando completamente lo spazio/tempo e inghiottendo completamente il fotone.

Autori: Caracciolo, Carluccio, Tommasi e Palma – classe III Absurdis Ist Deledda Lecce

Previous articleLa memoria
Next articleLa Memoria

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here