L’Universo ha sempre rappresentato per l’uomo il massimo grado di ignoto. L’umanità decise di leggere questa misteriosità del cosmo come una sfida e, considerata anche l’implacabile curiosità dell’uomo, non smise mai di cimentarsi nella scoperta di stelle, pianeti, fenomeni astronomici e galassie. Le prime deduzioni risalgono a tempi molto remoti e da quel momento in poi non ci si stancò mai di studiare ed analizzare la volta celeste, talora giungendo a conclusioni brillanti, altre volte ad ipotesi poco azzeccate, ma sempre mossi da un’irrefrenabile curiosità e fame, le quali permisero un progresso incredibile in campo astronomico ed astrofisico. Si partì dallo studio dei pianeti e della loro posizione rispetto alla Terra. Le prime considerazioni significative furono le teorie tolemaiche, secondo cui la Terra era collocata al centro dell’Universo con i pianeti che ruotavano attorno ad essa. Si ebbero poi le teorie di Copernico e Galileo, che negarono la posizione centrale della Terra ed introdussero finalmente la teoria eliocentrica, che vede il Sole al “centro dell’Universo” e la Terra come un semplice pianeta che, proprio come gli altri, ruota attorno al Sole. Si volse poi lo sguardo all’imponente Via Lattea e nacque un forte stimolo di ricerca nei suoi confronti, dando ovviamente per scontato che il Sole, e quindi anche il Sistema Solare, fossero centrali rispetto alla galassia; ma, tramite lo studio degli ammassi globulari, si scoprì che il Sole non è centrale rispetto alla galassia e che ha una ubicazione per niente speciale. Allargando i propri orizzonti visivi, l’uomo si accorse che esistevano altri grandi aggregati celesti simili alla Via Lattea, altre galassie, e comprese che l’Universo è in realtà molto più vasto rispetto alla Via Lattea. Iniziò così uno studio astronomico su larga scala per comprendere quale fosse la posizione della nostra galassia nell’Universo, facendo l’ipotesi che essa avesse una posizione centrale, ipotesi rivelatasi completamente sbagliata alla luce della continua espansione dell’Universo e del cosiddetto “teorema del panettone”. Senza ombra di dubbio la curiosità umana ha, dunque, condotto a scoperte importantissime relative all’Universo, giocando il ruolo dell’arma più potente di cui noi terrestri disponiamo, ma contemporaneamente anche del nostro più grande punto debole e della nostra più grande condanna. Più l’uomo asseconda questo istinto, più il suo disagio universale e la sua sensazione di piccolezza rispetto alla realtà di cui fa parte lo attanagliano; più dà sfogo a questa sete di sapienza verso il cosmo, più si sente turbato, inquieto e insignificante. Il progresso in ambito astronomico è in genere visto in maniera molto positiva, poiché è indice della costante evoluzione della conoscenza umana e di una crescente presa di coscienza del posto che l’uomo ha nel mondo e nell’ Universo; tuttavia questo progresso deve anche essere considerato per il suo lato oscuro, perché è causa del disagio e del senso d’insignificanza che l’umanità è costretta a sopportare con sempre più fatica. Come per tutto, però, anche il progresso astronomico possiede molte sfaccettature e possibili letture. È anche sintomo di un’incessabile mania di protagonismo caratteristica degli uomini. La specie umana è stata, nel suo percorso alla scoperta del cosmo, mossa in parte anche dall’ostinata, e mal celata, necessità di dimostrare la sua centralità nel “creato”, e ad ogni tappa di questo magico viaggio ha imposto la sua posizione prioritaria, finendo per scoprire che, invece, il suo ruolo prioritario non è e che l’esistenza di Homo sapiens è tutt’altro che fondamentale. In tal modo, in corrispondenza di ciascuna tappa della scoperta astronomica, questa mania di protagonismo contribuiva, assieme alla curiosità, a far crescere la consapevolezza nell’ uomo di essere una nullità cosmica, con il conseguente senso di smarrimento, inutilità, vergogna, inquietudine, turbamento e piccolezza.
In conclusione, l’umanità è riuscita mirabilmente a fare passi da gigante in un ambito estremamente complesso e ad evolversi a livello conoscitivo in maniera strabiliante, questo, però, a costo della propria considerazione di sé e della propria quiete, causando lo sviluppo una serie di terribili turbamenti che sono destinati a crescere, poiché l’Universo non finirà mai di nascondere segreti e l’uomo non finirà mai di avere fame di codesti segreti.
Autore: Yassin Hafid, classe 3C – Istituto d’Istruzione Superiore “R. Casimiri”, Gualdo Tadino