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Evoluzione dell’atomo

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Il modello atomico che riconosciamo oggi è l’ultima tappa di una serie di ipotesi e tesi che si sono susseguite nel corso del tempo.

Le prime ipotesi furono formulate già dagli antichi greci, soprattutto da due filosofi, Leucippo e Democrito. Essi, si basarono sul concreto, per stipulare una ipotesi filosofica, chiedendosi quante volte questo concreto avrebbe potuto dividersi a metà. Basandosi sulle loro conoscenze, sicuramente non scientifiche, arrivarono a definire l’atomo, particella elementare indivisibile che costituisce tutto il concreto, quindi la materia allora conosciuta.
L’idea di atomo e lo studio della materia, dopo 2000 anni di assoluto disinteressamento, venne ripresa solo all’inizio del XIX secolo dall’inglese John Dalton. Lo scienziato, per dare una spiegazione ai fenomeni chimici, rielaborò e ripropose la teoria proposta da Democrito fondando così la teoria atomica moderna. Dalton riteneva che gli atomi fossero indivisibili ed indistruttibili, pensava che gli atomi di un elemento fossero tutti uguali tra di loro e infine sosteneva che gli atomi non potessero né essere creati né essere distrutti (legge di Lavoisier). La teoria di Dalton viene considerata la prima teoria atomica riguardante la materia perché costui fu il primo a ricavare le sue ipotesi per via empirica.

Successivamente, con l’importante scoperta della radioattività, si arrivò a scoprire che gli atomi non sono particelle indivisibili, ma essi sono composti da parti più piccole.

Il primo a proporre un modello fisico dell’atomo fu Thomson, nel 1902.

Thomson pensava che l’atomo fosse costituito da una sfera composta da materia caricata positivamente, in cui gli elettroni (cariche negative) erano immersi. Da questo prende il nome di “modello a panettone”.

Il modello di Thomson fu superato nel 1910, quando Rutherford scoprì la presenza di un nucleo all’interno dell’atomo caricato positivamente. Usando il materiale disponibile, Rutherford bombardò un sottilissimo foglio d’oro, posto tra una sorgente di particelle Alfa ed uno schermo.

Rutherford osservò che solo l’1% dei raggi lanciati veniva deviato dal foglio d’oro, quindi definì che nell’atomo la massa era concentrata in una porzione molto piccola, che definì nucleo, e che gli atomi ruotavano attorno a questo nucleo.

Tre anni dopo, nel 1913, il fisico Niels Bohr, pur accettando il modello proposto da Rutherford, dichiarò che gli elettroni che ruotavano attorno al nucleo dell’atomo avevano a disposizione orbite fisse, dette anche “orbite quantizzate”.

Endrit Tasholli

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