Home Ambasciatori della Festa di Scienza e Filosofia Lettera al Signor Nespoli

Lettera al Signor Nespoli

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Gentile signor Nespoli,
mi chiamo Rossella, ho 16 anni e fin da piccola ho avuto una particolare attrazione per lo spazio.  Mi ha sempre affascinato l’immensità del cielo stellato che guardavo, e guardo tuttora, prima di andare a dormire.  Mi sono sempre chiesta cosa si provasse a stare lassù, a chilometri e chilometri di distanza, lontani da casa e dalle persone care.  Da piccola pensavo che mi sarei trovata bene nello spazio, essendo una persona solitaria. Pensavo all’incessante tranquillità e alla solitudine offertami da esso come a un posto sicuro e senza pericoli; non mi sarebbe dispiaciuto farmi un viaggetto nello spazio. Oggi, però, mi rendo conto delle difficoltà emotive e fisiche che comporta un tale viaggio.  Non solo il viaggio in se, ma anche tutta la preparazione (psicologica e non) che lo precede.  Ora come ora non credo che sarei in grado di affrontare un viaggio di 159 giorni come ha fatto Lei, più dal punto di vista fisico che emotivo, se devo essere sincera. Ad ogni modo, quello che volevo chiederle non ha a che fare con gli aspetti tecnici delle sue avventure, ma piuttosto con quelli emotivi. Ho la presunzione di credere di poter resistere emotivamente, ma non ho idea di cosa voglia dire trovarsi nello spazio, dove anche compiere una semplice azione come bere un po’ d’acqua può compromettere la propria sicurezza e quella dell’intero equipaggio se compiuta in modo scorretto. Vorrei sapere da Lei cosa si prova a trovarsi cosi lontano dalla propria famiglia. Sapere cosa è stata la prima cosa che ha pensato durante il suo primo lancio, l’emozione e la soddisfazione (immagino) nello scoprire che tutto era andato a buon fine. Vorrei poter riuscire a vedere attraverso i suoi racconti l’infinità di stelle che vedeva tutti i giorni prima di addormentarsi e a ogni risveglio. Se il nostro pianeta sembra più tranquillo e innocente visto da lassù o se le ripercussioni delle nostre azioni sono così irreparabili che anche le stelle possono vederle.  Immagine che questo genere di domande ormai sia diventato di routine per Lei, ma mi piacerebbe conoscere gli aspetti migliori dei suoi viaggi.
La ringrazio della disponibilità, cordiali saluti

Rossella Mazza

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