Salve Prof. Roberto Battiston, dopo aver letto di lei sulla pagina della festa di scienza e filosofia di Foligno e soprattutto dopo aver letto le domande che ha posto ho incominciato anche io a riflettere sull’argomento da lei trattato. L’uomo ha da sempre sognato di espandere i propri orizzonti e di esplorare l’immenso universo che ci circonda. Negli ultimi decenni ha compiuto grandi passi nel campo dell’esplorazione spaziale, basti pensare che nel 1969 il primo uomo ha messo piede su suolo lunare e oggigiorno siamo in procinto di lasciare la nostra impronta anche su Marte. Ma ci siamo mai chiesti il perché di tutto questo? Qual è il vero motivo per cui l’uomo sta cercando di espandere i suoi orizzonti? Negli anni cinquanta del 20° secolo quando incominciò la cosiddetta corsa allo spazio, l’uomo era spinto dalla sua curiosità ad esplorare l’universo, a raccogliere informazioni e materiali per conoscerlo più a fondo. Nel corso degli anni più volte sono stati spediti robot con intelligenze artificiali integrate per fornire nuovi materiali extraterrestri da studiare ai ricercatori. Ma oggi alla semplice sete di scoperta si è aggiunto un altro bisogno, collegato all’attuale aumento della popolazione mondiale e al deterioramento della terra, il bisogno di creare colonie umane su altri pianeti. Infatti di questo passo la terra in futuro non sarà più vivibile e l’uomo dovrà trovare un altro pianeta. Le ipotesi e i dati di un’ipotetica colonia su Marte sono promettenti, ma l’uomo è davvero pronto per compiere un passo così grande? Stiamo cercando di rendere vivibile l’invivibile perché abbiamo reso invivibile quello che invece era vivibile. Allora potrebbe sorgere un’altra domanda, chi ci assicura che in un ipotetico futuro l’uomo non distrugga altri pianeti come sta facendo con la terra?
Davide Lupini