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Lettera a Papa Francesco

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Caro Papa Francesco, ritengo che il problema del degrado dell’ambiente é ormai presente in tutto il mondo.
É un problema di cui l’umanità si è resa conto, purtroppo, solo da poco tempo, e che mette a rischio la stessa sopravvivenza della nostra specie su questo pianeta ospitale che, a poco a poco, stiamo rendendo invivibile.
Molto complesso è agire per salvaguardare l’ambiente, perché l’ambiente è qualcosa che funziona insieme, un organismo, nel quale un singolo intervento locale ha conseguenze sull’intero sistema. I vari elementi sono collegati tra loro da una stretta rete di relazioni: se si rompe questo equilibrio l’intero sistema rischia di essere distrutto.

Certo, la terra ha saputo sopportare cambiamenti violenti e devastanti, operati non solo dall’uomo, ma anche dalla natura, come le glaciazioni, ed ha saputo sempre trovare un nuovo equilibrio ambientale. In questi ultimi due secoli, però, l’intervento dell’uomo si è fatto massiccio e spropositato. Anche da un punto visivo ci rendiamo conto che il nostro pianeta è ormai costituito più di cemento che di “verde”.
Vale la pena, adesso, di capire almeno quali siano gli ambiti in cui si fa più evidente l’intervento dell’uomo. Ognuno di questi problemi meriterebbe una trattazione a parte, ma, per quanto il nostro discorso possa risultare generico, non sarà inutile uno sguardo d’assieme.

Anzitutto l’uomo interviene negativamente sull’ambiente terrestre, per esempio, disboscando le foreste. L’ha sempre fatto, ma ormai il pianeta non è più in grado di far fronte all’azione dell’uomo. La percentuale del territorio ricoperto dalle foreste diminuisce anno dopo anno, e sappiamo come gli alberi siano fondamentali per la produzione di ossigeno e per gli equilibri alimentari. Di contro i deserti avanzano, fino a minacciare zone da tempo dedicate alle coltivazioni e ad altre attività produttive. I terreni si impoveriscono di elementi nutritivi essenziali, e in alcune zone la crosta terrestre ha già fatto spazio al mantello, privo di sostanze nutritive essenziali per la vita. Rifiuti non smaltiti, e spesso di grande tossicità, come quelli nucleari, compongono il quadro di una “terra” attaccata da più parti.

In secondo luogo l’acqua è un bene prezioso di cui solo un quinto della popolazione mondiale può usufruire e noi, che siamo proprio in quel quinto, non ci rendiamo conto del dramma della carenza di acqua.
In alcuni casi, invece, sembra che di acqua ce ne sia troppa, ma anche questo può essere il frutto di un’azione sconsiderata dell’uomo, che privilegia un interesse economico immediato all’assunzione di misure contro inondazioni e straripamenti.

Persino il mare, che era sempre stato in grado di apparire in tutta la sua purezza anche quando doveva smaltire l’inquinamento delle foci di fiumi, nasconde oggi insidie ben più grandi, come sostanze chimiche e scorie nucleari in quantità rilevanti.
Anche l’atmosfera risente negativamente dell’intervento umano.
L’inquinamento invade le nostre città, provocando malattie, tra le quali la più grave è certamente il tumore ai polmoni, risultato dell’eccessivo smog che il nostro organismo deve sopportare. Non sono solo le fabbriche a provocare l’inquinamento, ma anche i privati, con i gas di scarico delle automobili, con il riscaldamento e i condizionatori.
I frigoriferi, inoltre, producono cloro-fluoro-carburi che trattengono il calore all’interno dell’atmosfera, con il fenomeno del cosiddetto effetto-serra.
Per non parlare dell’inquinamento da campi elettromagnetici, non percepibile con i sensi umani, ma non per questo meno preoccupante e inquietante.

Insomma, ci siamo illusi che la natura fosse un bene inesauribile, mentre adesso ci rendiamo conto che non è affatto così. Oggi ci accorgiamo che non è neanche gratuito, e per proteggerlo bisogna spendere sempre di più, anche se questo ha significato la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore. Bisogna quindi abbandonare l’atteggiamento di chi ripone fiducia assoluta nel progresso industriale e urbano e orientare la capacità creativa dell’uomo verso la ricerca di tecniche per la conservazione dell’ambiente. Forse solo così riusciremo a risolvere il grave problema del degrado ambientale.

Matteo Sanna

MATTEO SANNA
5as Liceo Scientifico G. Marconi (Foligno)

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