Il termine ipotesi deriva dal Greco hypothesis (sottoposizione) composto dalle parole “Hypo” sotto e Thesis “posizione” e si riferisce a tutto ciò che viene pensato come possibile e su cui si imposta un’indagine teorica o sperimentale che dovrebbe confermarlo o negarlo.
Nel linguaggio comune l’ipotesi viene molto spesso scambiata per congettura che è invece un’affermazione probabilmente vera, ma fondata sull’intuito e quindi non dimostrata.
La storia dell’ipotesi affonda le sue radici nella Grecia antica, qui i filosofi concepivano la ricerca scientifica come volta ad acquisire proposizioni certe e irrivedibili e facevano uso anche del concetto di ipotesi per costruire le loro teorie sulla conoscenza.
Ad esempio il filosofo ateniese Platone, riteneva evidenti le ipotesi delle dimostrazioni matematiche, ma riteneva che dal punto di vista filosofico si arrivasse a conclusioni certe solo sfruttando le ipotesi da giustificare.
Aristotele invece considerava le ipotesi come una premessa non necessaria e non assolutamente certa di una dimostrazione che è contraria a quelli che sono gli assiomi e le definizioni.
Grazie a Newton si ha una svolta del pensiero tradizionale, fino ad allora il senso del termine ipotesi era di matrice galileiana e veniva concepito come un’affermazione la cui validità è strettamente legata ai fenomeni osservabili. Come enunciato con la celebre espressione “Hypotheses non fingo”, lo scienziato inglese esprimeva l’impossibilità di andare al di là della descrizione dei fenomeni per cercarne la causa.
I filosofi del novecento iniziano a sostenere la natura ipotetica di ogni teoria ed evidenziano l’importanza delle ipotesi ai fini del progresso della conoscenza.
Le ipotesi sono attualmente alla base del metodo scientifico il quale basandosi su osservazioni empiriche ed esperimenti formula ipotesi da verificare per dimostrare la veridicità dei fatti.
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