Home Ambasciatori della Festa di Scienza e Filosofia Uno sguardo nuovo sull’universo: le onde gravitazionali, una preda che gli scienziati...

Uno sguardo nuovo sull’universo: le onde gravitazionali, una preda che gli scienziati inseguono da anni

2562
0

Dopo essersi diffusa per lungo tempo a poco a poco , l’11 febbraio la notizia della scoperta delle onde ha iniziato a circolare dopo il tweet del fisico Lawrence Krauss e la voce è stata rafforzata nel blog di un altro fisico, Luboš Motl. Ancora una volta Albert Einstein aveva ragione.

Queste onde furono infatti ipotizzate un secolo fa dal fisico tedesco per vie teoriche, con la teoria della Relatività generale nel 1915: più che una forza di attrazione fra corpi, Einstein la considerava come una conseguenza della curvatura dello spazio-tempo, creata dalla presenza di corpi dotati di massa o energia.

Ciò è paragonabile, per esempio, a quello che succede quando una biglia viene poggiata su un telo teso, di cui deforma la superficie. La ragione per la quale, infatti, la Terra gira intorno al Sole è che quest’ultimo, essendo molto massiccio, provoca una grande deformazione dello spazio intorno ad esso.

Einstein si rese conto che i più violenti eventi cosmici possono causare un’increspatura che si propaga come un’onda. Ma cosa sono queste onde? Come si osservano? Perché sono così importanti?

Le onde gravitazionali sono delle increspature, quasi impercettibili, nello spazio-tempo. Si possono definire come delle vibrazioni che vengono provocate da fenomeni molto violenti (come collisioni di buchi neri, esplosioni di supernovae o il Big Bang che ha dato origine all’universo).

Secondo le ipotesi a produrre le onde gravitazionali osservate sarebbe la “fusione” di due buchi neri molto vicini tra loro, uno con una massa 36 volte quella del Sole e uno di 29. Il modo più immediato per cercare queste onde consiste nel misurare le deformazioni che si producono nello spazio.

Un problema che si pone è che le onde gravitazionali sono vibrazioni debolissime.Infatti, i segnali che cercano gli scienziati sono cento milioni di miliardi di volte inferiori al diametro di una biglia. Percepire il “suono” di un’onda tra i tanti disturbi presenti equivale a distinguere il tintinnio di uno spillo che cade durante un concerto rock.

Spiega la fisica italiana Laura Cadonati (LIGO) che a disturbare le ricerche contribuisce qualunque vibrazione che possa raggiungere gli apparati sperimentali.

I rivelatori sono costituiti da due gallerie disposte ad angolo retto. Dal vertice viene fatto partire un fascio laser che viene poi diviso in due raggi, proiettati sul fondo dei due tunnel dove si riflettono su due specchi e tornano al punto di origine.

Questo risultato rappresenta una pietra miliare nella storia della fisica. Le notizie sono circolate velocemente attraverso i media suscitando clamore e personalmente

Un evento epocale che parla italiano.

Previous articleOnde Gravitazionali: La rivoluzione del secolo
Next articleL’universo ha parlato