Secondo me la risposta alla scottante domanda postaci da De Masi è che la maggior parte dei giovani disoccupati, tra i 16 e i 29 anni, preferisce di gran lunga non lavorare affatto.
Questa risposta, che personalmente trovo alquanto preoccupante e non contribuente ad un miglioramento del nostro futuro è dovuta a diversi fattori e situazioni sociali che i giovani d’oggi si ritrovano a vivere.
In primis mi sentirei di dire che la situazione familiare svolge un ruolo di primaria importanza in quanto molti giovani, “approfittandosi” dei loro genitori, non si pongono nemmeno il problema di cercarsi un lavoro nè tantomeno di partecipare a corsi o stage non retribuiti per cercare di incrementare le proprie capacità professionali.
In secondo luogo, accade molto spesso che un giovane laureatosi in uno specifico indirizzo si rifiuti di intraprendere una strada diversa da quella portata avanti nel percorso universitario .
Un altro motivo per cui molti giovani italiani sono disoccupati consiste nella rassegnazione: infatti dopo essere andati in contro a svariati ostacoli, come per esempio l’esser stati rifiutati da esercizi lavorativi per scarsa esperienza oppure non aver eseguito nel modo più corretto il lavoro assegnatogli, decidono di mollare tutto.
In conclusione, penso che sia alquanto inutile che i giovani d’oggi continuino a lamentarsi di essere chiamati “gioventù bruciata” se poi sono i primi a non preoccuparsi più di tanto di avere un lavoro e di cercarsi una propria indipendenza.