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Evolversi sbagliando

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Circa duemilacinquecento anni fa venne ideata una teoria che tuttora si può ritrovare, sebbene modificata, nella chimica e, soprattutto, nella fisica moderna. Tale teoria è nata come pensiero filosofico nella Grecia del V sec a.C. con Leucippo, considerato primo vero e proprio filosofo che ha parlato di atomismo. Questa teoria prende in considerazione degli elementi indivisibili, ovvero gli atomi, che scontrandosi si aggregano casualmente componendo la materia. Questa almeno è la concezione iniziale che nel tempo è variata trasformandosi e prendendo versioni differenti da atomista a atomista. Ma comunque nei secoli sono sempre rimaste tre importanti concezioni: la prima è che gli atomi sono alla base della materia, anche se in età contemporanea si scoprirà che essi non sono indivisibili come si diceva inizialmente, bensì sono composti da elementi subatomici; la seconda è la dualità dell’atomismo, ovvero si pensa che la realtà sia formata da atomi e da vuoto, luogo in cui si trovano e si muovono i primi; l’ultima è che in ogni teoria atomica non si è mai pensato che il trascendente potesse spiegare il mondo immanente, ma è stato dato sempre e solo agli atomi tale compito. Infatti l’atomismo è la teoria “atea “ per eccellenza in quanto non richiede l’intervento delle divinità nel funzionamento del mondo. Durante i secoli da questa base si sono sviluppate varie filosofie, tra cui quella di Democrito, con la necessità del moto degli atomi, e l’epicureismo, con la parenklisis e il riaffermarsi della casualità nelle cadute degli atomi. Comunque per quanto questa teoria sia stata rimodellata dai vari pensatori atomisti, per controbattere alle incongruenze evidenziate dai loro oppositori, è sempre stata vista scetticamente dalla maggior parte della società. Inoltre con la nascita del cristianesimo ed al suo successivo affermarsi come religione ufficiale l’atomismo, e in special modo l’epicureismo, è stata considerata una filosofia atea ed eretica. Difatti durante tutto il Medioevo non si è quasi più sentito parlare di questa teoria e inoltre ne fu vietato l’insegnamento e la trascrizione, causando la poca quantità di informazioni che ci sono pervenute al riguardo, che per la maggior parte sono date da fonti indirette. Ma nel Rinascimento, grazie alla nascita dell’umanismo e quindi con la nuova visione antropocentrica, furono riscoperti tanti testi antichi tra cui anche alcuni che palavano dell’epicureismo e dell’atomismo democriteo permettendone la riscoperta. Vi furono sempre più studiosi, letterati e artisti a interessarsi di atomismo, anche se esso trovò grande riconoscimento da una nuova scienza sviluppatasi nel ‘700: la chimica. Infatti diversi chimici nel descrivere la materia si trovarono in accordo con questa antica filosofia. Vari esperimenti, tra cui quelli di Dalton, di Prout e di Mendeleev tra fine ‘700 e il XIX secolo stabilizzarono e definirono la teoria atomica. Però pochi decenni più tardi, tra fine ‘800 e  l’inizio del XX secolo,  avvennero diverse importanti scoperte che infransero uno dei pensieri cardine della teoria: attraverso la scoperta dell’elettrone, particella subatomica di carica negativa, da parte di Thomson (1897) si capì che l’atomo non era indivisibile come fino ad allora si era creduto. E nel secolo successivo vi furono oltretutto anche novità riguardanti la struttura dell’atomo e delle particelle subatomiche. Ma ciò non fermò i chimici e, da questo momento, anche i fisici dal continuare le loro ricerche. Infatti, anche se l’atomo non era più l’unità di misura indivisibile del mondo, ne fu teorizzata una nuova struttura: secondo Thomson l’atomo era una sfera di carica positiva al cui interno si trovano gli elettroni. Tuttavia, questo modello atomico “avrà vita breve”, dato che verrà smentito da Rutherford che con i suoi esperimenti (1919) non solo scoprì l’esistenza del protone, particella subatomica di carica positiva, ma formulò un modello planetario per rappresentare l’atomo. Secondo quest’idea di Rutherford l’atomo sarebbe composto da un nucleo centrale di carica positiva a cui ruotano attorno gli elettroni, esattamente come fanno i pianeti attorno al sole. Ma con il teorema di indeterminazione di Heisenberg (1927), secondo cui non è possibile conoscere contemporaneamente la velocità e la posizione di un elettrone, si è aggiunta un’ulteriore modifica alla struttura dell’atomo: secondo tale teorema gli elettroni non ruoterebbero attorno al nucleo percorrendo delle orbite, come quelle dei pianeti, bensì si muovono su degli orbitali, ovvero delle zone dello spazio dove è massima la probabilità di trovare l’elettrone.
Così nasce la fisica quantistica ovvero quella teoria che studia il comportamento e le interazioni delle particelle subatomiche. Inoltre, viene dato a quest’ultime un nuovo concetto secondo cui esse sono allo stesso tempo corpuscoli e onde, a differenza della fisica classica che dava alla luce la caratteristica d’essere un’onda e agli elettroni e alle altre particelle subatomiche d’essere corpuscoli. Questa nuova concezione dell’atomo e delle sue componenti è veramente impressionante. L’atomismo era nato definendo atomo l’elemento indivisibile che stava alla base della materia, ma col tempo si è evoluto fino a togliere a questa unità di misura la caratteristica essenziale, ovvero l’inscindibilità. Perciò si può vedere perfettamente come tale teoria assieme alla chimica e alla fisica si siano modificate, anche con l’aiuto dei “vicoli ciechi”incontrati dagli studiosi. Ma è proprio grazie agli errori che si è riusciti a comprendere la verità. Infatti la ricerca, come le scienze, non ha un andamento lineare, nel senso che è un susseguirsi di vittorie, come siamo soliti credere, bensì, attraverso gli insuccessi, riesce a progredire. Tant’è che lo spirito che ha contraddistinto gli scienziati e i ricercatori non è stato quello di fermarsi davanti alle prime difficoltà e ai primi errori ma, apprendendo dai propri insuccessi, di continuare imperterriti la loro ricerca. L’atomismo, come ogni altra ricerca attuata dall’uomo, “ha avuto alti e bassi”: stava quasi per scomparire ed è stato ripreso prima che potesse accadere e infine è stato fatto progredire e avanzare mettendosi in discussione e modificandosi per migliorarsi. Ciò è la cosa che l’uomo sa fare meglio, ricercare e mettere in discussione e andare avanti senza mai fermarsi. Si dice spesso che sbagliare è umano ma la cosa ancora più umana è apprendere e migliorarsi, tant’è che “Sbagliando si impara”. L’atomismo è stato un susseguirsi di tesi e antitesi che gli hanno permesso di evolversi.

Paolo  Fiorucci

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