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I mattoni dell’universo

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Ogni cosa che è presente in natura a partire dai pianeti come la Terra con i suoi organismi viventi e non, è costituita da atomi che non si possono vedere ad occhio nudo.

Una delle maggiori aspirazioni dell’essere umano fin dall’antichità è stata quella di capire come è fatta la materia al suo interno. Così il primo filosofo che ipotizzò l’esistenza di particelle microscopiche che andassero a costituire la realtà, fu Democrito che formulò una teoria filosofica sulla struttura del creato. Le particelle di cui parlava Democrito erano elementi impercettibili ed indivisibili chiamati atomi che si muovevano nel vuoto.

Nel 1800, grazie a Dalton; la visione dell’atomo come idea filosofica si trasformò in una concezione più scientifica che vedeva l’atomo come una vera e propria entità materiale.

Nel 1897 Thomson scoprì che la materia era formata da altre particelle sub-atomiche caricate negativamente che chiamò elettroni.

Successivamente Rutherford indagò più a fondo sulla struttura atomica: bombardando una lastra sottilissima d’oro con delle particelle α si accorse che l’atomo era sostanzialmente vuoto con un nucleo positivo di protoni e una zona esterna in cui orbitavano gli elettroni.

Grazie a Bohr, che pose al centro dell’attenzione la comprensione della stabilità della materia ipotizzando che l’energia emessa fosse diffusa a pacchetti discreti chiamati quanti, nacque la fisica quantistica con la moderna concezione dell’atomo.

Nel 1927 il fisico tedesco Heisenberg elaborò il “principio di indeterminazione di Heisemberg” con il quale spiegava che non è possibile conoscere con certezza assoluta dove sia e a che velocità vada un elettrone intorno al nucleo, introducendo il concetto di orbitale. Infine nel 1932 Chadwick scoprì come la massa mancante nel nucleo dipendesse dall’esistenza di una terza particella sub-atomica: il neutrone.

Alla fine di questa breve panoramica che ha tracciato la storia del concetto di atomo dai filosofi greci ai giorni d’oggi, ci chiediamo se la teoria atomica dei greci può essere considerata come il vero precursore dell’odierna teoria scientifica e se ci siano delle effettive differenze ed analogie tra le due.

Io credo che la teoria di Democrito sia effettivamente configurabile come precursore dell’odierna teoria atomica perché gli scienziati del passato si sono ispirati idealmente ai pensatori greci.

Allo stesso tempo, però, le teorie moderne non sono scientificamente paragonabili a quelle del passato e se si cerca di confrontare l’accezione moderna ad un’altra passata si cadrà sempre in un netto contrasto.

Ad esempio le teorie filosofiche di Democrito riconoscevano un ente microscopico che andasse a costituire la realtà, ma sostenevano l’indivisibilità dell’atomo. Oggi, invece, noi sappiamo che l’atomo è divisibile in quanto formato da particelle sub-atomiche.

Questo perché la visione atomica “classica” di Democrito spiegava la realtà solo come una lunga serie di interazioni tra gli atomi, ed era differente da quella odierna che basa tutto sulle diverse proprietà degli atomi che variano a seconda della loro struttura.

Ma forse la diversità tra atomo antico ed odierno non deve puntare sulle proprietà, bensì sulle implicazioni generali che le due visioni atomiche sottendono.

Se consideriamo l’atomo con le sue particelle sub-atomiche come un’unica entità globale, abbiamo la stessa concezione del passato… e quindi potremmo dire che i mattoni dell’universo hanno cambiato il modo di essere raccontati ma non il modo di essere.

Sofia Valentini

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