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L’atomo come chiave di lettura del mondo che ci circonda

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Cercando la parola “atomo” su Internet, troveremo molteplici siti che spiegano la sua costituzione oppure la storia della sua scoperta, ma anche delle interessanti teorie, che cercano attraverso questa piccola particella, di spiegare come il mondo si sia originato, la natura che ci circonda, ma anche verità più difficili da definire, come la composizione dell’anima e la fede religiosa.

Documentandomi a riguardo ho trovato un interessante saggio di Mauro Magini, dal titolo : “L’atomo di carbonio può essere l’anima?”. Esso era contenuto in un sito di confronti scientifici. Questo saggio ci aiuta a comprendere molto bene come l’atomo, ed il concetto stesso di atomo, riescano a spiegare anche aspetti della vita umana all’apparenza criptici, per spiegare i quali ci si affida spesso alla teologia o al caso.

Il saggio sopracitato inizia con una lunga premessa che spiega come le stelle si formino in parti dell’universo particolarmente dense di atomi. Questi atomi, come spiega Marco Magini, si fondono tra loro e iniziano ad inglobare altri atomi, fino a creare una stella. La più importante stella che conosciamo è il Sole, attorno al quale ruota un suo frammento, la terra, che è il principale oggetto della ricerca scientifica. Poi l’autore si sofferma su una spiegazione riguardante la nascita della vita e del pensiero umano sulla terra.

Dice infatti che come sia apparsa la vita sulla Terra non è un mistero. In merito la scienza ha dato delle risposte molto plausibili e, su alcuni punti cruciali, risposte incontrovertibili. Cerca quindi di spiegare come si sia potuto arrivare alla «materia pensante», ed alla materia che pensa se stessa e cioè allo sviluppo della coscienza dell’homo sapiens. Dice poi che durante il periodo di raffreddamento della terra, durato circa due miliardi di anni nessuna forma di vita era possibile. Poi, secondo le teorie più accreditate, in un brodo primordiale acquoso, contenente ammoniaca e anidride carbonica, le scariche elettriche dell’atmosfera hanno permesso la formazione delle prime catene di amminoacidi e successivamente delle proteine che sono i mattoni della vita organica. La vita, spiega l’autore, si è quindi lentamente sviluppata nell’acqua, per poi trasferirsi nella terraferma dando origine a tutte le specie estinte e a quelle attuali. Pone poi l’attenzione sull’elemento che ritiene il fondatore di tutto quello che noi conosciamo oggi, l’atomo di carbonio.

L’atomo di carbonio, specifica innanzitutto, ha proprietà del tutto particolari: è l’unico atomo del sistema periodico che può formare lunghe catene di atomi (con altri atomi di carbonio e inclusive di altri atomi, tra cui prevalgono l’idrogeno e l’ossigeno). È dal carbonio, scrive, che si sono formati gli amminoacidi, le proteine, le prime forme di vita vegetale e poi la vita animale e infine l’intelligenza: e questo è un dato scientifico incontrovertibile, specifica. Certo, sulla Terra, la vita si è sviluppata anche grazie a una particolare atmosfera (fatta in gran parte di ossigeno e azoto) e alla presenza dell’acqua, continua a spiegare. Ma resta indiscutibile che se si è formata la vita organica è perché esiste l’atomo di carbonio, se è stata possibile l’evoluzione dalla primitiva vita organica all’intelligenza di homo sapiens è perché esiste l’atomo di carbonio, se c’è coscienza del bene e del male è perché esiste l’atomo di carbonio. E la coscienza di sé non è forse ciò che chiamiamo anima? Si pone quindi un’ ulteriore domanda: Allora l’atomo di carbonio è l’anima?

Se c’è vita su altri pianeti dell’Universo, non può che basarsi sull’atomo di carbonio, ipotizza quindi. Se c’è stato un imprinting iniziale creativo per la formazione della vita, Dio l’ha inscritto nel carbonio e tanto è bastato perché l’atomo di carbonio permette che l’evoluzione sia continua nello spazio e nel tempo. Non c’è più bisogno di nessun ulteriore intervento. L’evoluzione è creazione continua. Rispettando tutte le «contingenze» e le «necessità» che l’evoluzione incontra. E tali «contingenze» e «necessità» spiegano la presenza del male nel mondo. E noi, materia pensante, siamo partecipi in modo speciale di questa evoluzione perché con l’acquisita potenza tecnologica possiamo comprometterne la prosecuzione. Siamo, pertanto, responsabili della creazione continua, spiega Mangini. Arriva quindi a chiedersi se per un credente, è nell’atomo di carbonio il finalismo di Dio. Ma non da una risposta concreta a tale domanda.

Questa teoria, che ho trovato piuttosto interessante, mi porta a riflettere su come l’atomo, in questo caso quello di carbonio, aiuta, ed ha sempre aiutato, gli scienziati nella loro corsa verso la verità. L’atomo rappresenta quindi solo una definizione di quello che non si può spiegare in altri modi, o piuttosto una chiave di lettura della realtà?

Giulia Senette

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