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Il flusso migratorio

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Caro Corrado Bonifazi,
nella mia ricerca sui problemi che causano il flusso migratorio mi sono imbattuta nel suo articolo sul sito della Festa scienza e Filosofia. Ho pensato che lei in quanto demografo e dirigente di ricerca del CNR, possa togliermi alcuni dubbi.
Antonello Pasini in un’intervista ha osservato, precedentemente alle primavere arabe e alla crisi siriana, come le variazioni meteo-climatiche abbiano influenzato i flussi migratori della fascia africana del Sahel (1995-2009). In quel contesto le cause principali sono state le eventuali carestie e la temperatura. Quest’ultimo fattore sembrerebbe infatti essere il dominante, tanto da far pensare che il superamento di una soglia di tolleranza termica, umana ed animale, possa avere un ruolo primario sulle variazioni dei flussi migratori.
Oggi sappiamo che la situazione è più complessa, il flusso migratorio non è solo dovuto a una situazione climatica e conseguente situazione economica, ma anche a situazioni conflittuali e politiche.

Lei cosa ne pensa al riguardo? Quali potrebbero essere le eventuali soluzioni per la gestione, soprattutto a livello politico, del flusso migratorio? Il mondo occidentale potrebbe mai riuscire ad assorbire tale flusso senza stravolgere le sue abitudini?
Secondo lei quanto influisce oggi il fattore climatico sul fenomeno migratorio rispetto a quello politico-conflittuale? E quanto il fattore climatico influisce sull’economia dei paesi della fascia africana del Sahel?
E infine come consiglia ad una ragazza giovane come me di percepire il flusso migratorio?

Erica Botticelli

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