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RISPOSTA DEL RELATORE Dott.Salvatore Altiero

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Cara Mounia,
grazie per avermi scritto e per l’interessamento dimostrato ai temi da me trattati.
Nell’attesa di conoscerLa di persona rispondo con piacere alle sue domande via mail.
Io credo che la decisione di migrare sia non solo dettata dalla disperazione ma anche da determinazione e coraggio, volti ad affermare il proprio diritto ad una vita migliore.
Questa deve essere secondo me una premessa da tener presente perché il tema delle migrazioni non va interpretato solo attraverso le chiavi della pietà o dell’accoglienza ma anche come possibilità di progresso apportata da chi arriva in Europa con un bagaglio di conoscenze e determinazione.
Un mio caro amico dice sempre che “chi arriva viene per portare qualcosa e non per prendere” e io sono profondamente convinto di questo.
Chi arriva porta con sé una cultura da incontrare, una storia da condividere, un bagaglio di conoscenze, tutte cose che costituiscono le basi di uno scambio e non di uno scontro.
Riguardo alle cause, come cercherò di spiegare nella mia conferenza, la principale causa di migrazione oggi è anche la principale emergenza a livello globale: quella ambientale e climatica.
I dati dicono che nel mondo si migra più a causa degli impatti ambientali dell’attività antropica che per guerre e conflitti.
Si può dire dunque che la principale causa di migrazione sia un modello di sviluppo insostenibile dal punto di vista ambientale e sociale perché fondato sullo sfruttamento della natura e su un’iniqua distribuzione della ricchezza prodotta nonché dei costi ambientali dello sviluppo.
Le conseguenze ambientali del modello di produzione e consumo a livello globale determinano impatti ambientali tali che in alcune aree del Pianeta la sopravvivenza della comunità umana sia diventata impossibile a causa del venir meno di condizioni essenziali alla vita: desertificazione, intensificarsi di eventi climatici estremi, etc.
Riguardo al dibattito sulle migrazioni in Italia e in Europa credo che esso sia fuorviante e fondato su una propaganda dell’odio che tende a focalizzarsi sul conteggio degli arrivi, sul concetto di emergenza, sull’associazione –  del tutto falsa – tra migrazioni e sicurezza, mentre ciò di cui si avverte il bisogno è proprio una corretta informazione tesa a creare consapevolezza sulle cause e su ciò che spinge le persone a lasciare i propri luoghi di origine nonché sulle responsabilità dell’Occidente.
Spero di averLe dato degli spunti di riflessione da poter approfondire dal vivo.
Grazie e a presto,
Salvatore Altiero
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