La più grande scienziata e astrofisica italiana ricordava così le sue origini:
«Sono nata il 12 giugno 1922 in una città bellissima, Firenze. Non ci crederete ma il caso ha voluto che la strada dove sono nata si chiamasse proprio via Centostelle»
I suoi genitori aderirono alla Società teosofica, che aveva una filosofia molto simile a quella del Buddismo, praticando l’amore e il rispetto per tutti gli esseri viventi. Non imposero mai un credo alla figlia Margherita, che poi si scoprì essere atea, e divenne presidente onorario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti.
La sua vita è ricca di curiosità interessanti, ad esempio, fu una grande amante dei gatti e praticò sport per tutta la sua vita, dalla pallacanestro al salto in lungo, ma anche la bicicletta era una sua grande passione.
Studiò al liceo classico, ma nonostante questo percorso umanistico, si laureò in fisica. Iscritta alla facoltà, Hack scoprì la passione per l’astrofisica e cominciò a studiare le stelle. Si laureò nel 1945, anche se non col massimo dei voti (101 su 110): essere la prima della classe non era di suo interesse. Le grandi scoperte di Margherita Hack iniziarono proprio con la sua tesi di laurea sulle stelle variabili, le Cefeidi, e le spiegava così: «Sono stelle caratterizzate dall’estrema regolarità delle loro variazioni luminose e la loro grande importanza consiste nel fatto che c’è una stretta relazione fra il periodo di variabilità e il loro splendore intrinseco»
Dopo la laurea iniziò a lavorare all’Osservatorio astronomico di Arcetri, a Firenze, dove si occupò di spettroscopia stellare, il suo principale campo di ricerca. In particolare, Hack si concentrò sullo studio delle Cefeidi. Dopo la laurea andò in Olanda, a Princeton negli Stati Uniti (dove conobbe Robert Oppenheimer) e sempre negli USA a Berkeley dove scrisse, insieme all’astronomo Otto Struve, fuggito dall’Unione Sovietica, uno dei suoi primi trattati, Stellar Spectroscopy.
«Tutti noi abbiamo un’origine comune, siamo tutti figli dell’evoluzione dell’Universo, dell’evoluzione delle stelle, e quindi siamo davvero tutti fratelli»
«Noi siamo fatti di materia che è stata costruita nell’interno delle stelle, tutti gli elementi, dall’idrogeno all’uranio, sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioè queste stelle molto più grosse del Sole, che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui noi siamo veramente figli delle stelle»
«Le certezze nella scienza non ci sono. Si cerca con l’esperimento e l’osservazione di scoprire le leggi che regolano l’Universo. E poi, credo che l’Universo sia infinito nel tempo e nello spazio. Lo credo perché ancora non lo possiamo dimostrare. L’Universo c’è ma il motivo non si conosce. La scienza ne prende atto. Mi piacerebbe che l’Universo fosse infinito nel tempo e nello spazio così non ci porremmo le domande: “Che cosa c’era prima? Che cosa ci sarà dopo? Che cosa c’è fuori? Non lo sappiamo perché è infinito. Però, studiandolo e osservandolo abbiamo scoperto che, una volta, l’Universo era piccolo, piccolo, piccolo e caldo, caldo, caldo. Poi, ha cominciato a gonfiarsi come un palloncino e la temperatura ha cominciato a scendere e così si sono formate le stelle. E dopo migliaia di migliaia di migliaia di anni è diventato quello che conosciamo oggi».
Margherita Hack è stata la prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste, dal 1964 al 1987. Ha anche insegnato astronomia all’Università di Trieste ed è stata membro dell’Accademia Nazionale dei Lincei e dei gruppi di lavoro dell’ESA e della NASA. Nel 1979 e poi fino al 2002, ha fondato e diretto insieme a Corrado Lamberti (astrofisico e divulgatore scientifico), L’astronomia, la più importante rivista di divulgazione astronomica che sia mai esistita in Italia. La produzione letteraria di Margherita Hack è vastissima: scrisse infatti numerosi libri sui suoi studi, la sua “religione”, e le sue passioni (tra le quali lo sport e gli animali).
Margherita Hack, la cosiddetta donna delle stelle, è morta il 29 giugno 2013: rappresenta un importante modello di riferimento per tutte le ragazze, che non devono mai smettere di inseguire i loro sogni. Oggigiorno le scoperte della celebre astrofisica sono fondamentali per la ricerca, e non bisogna dimenticare il suo grande impegno per i diritti civili, oltre alla sua attività scientifica.
Autore: Chiara Bartoccioni – 3A Liceo R. Casimiri – Gualdo Tadino